Ultima modifica: 18 Marzo 2024
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Così ha inizio il male

Così ha inizio il male di JAVIER MARIAS

“Cosi inizia il male” mi è piaciuto molto; è stato pubblicato da Javier Marias nel 2014 e dovrebbe essere il suo terz’ultimo libro.

Javier Marias è uno dei miei scrittori preferiti e, qui, secondo me, raggiunge i livelli dell’indimenticabile “Domani nella battaglia pensa a me”.

Nel quadro di una Spagna post franchista che vuole dimenticare la carneficina cruenta della guerra civile, si cerca di ricominciare a vivere in democrazia, senza epurazioni e vendette, senza rese dei conti. Era necessaria una pacificazione, anche se permanevano comunque impunite efferatezze e delitti; un patto sociale per dimenticare, per conciliare, per vivere civilmente.

La scrittura di Marias è sempre ridondante, meticolosa, quasi cervellotica; siamo presenti tuttavia ad un altro capolavoro che mette sotto osservazione, ci parla con profondità e delicatezza dell’animo umano.

Ma questa è soltanto la base su cui nascono i suoi libri:

C’è lo straordinario intreccio, la trama avvincentee ammaliante che trascina il lettore dentro i meandri della storia, anche qui, sapientemente architettata. L‘autore, da forma ai personaggi, svela i loro punti di forza e debolezza, va alla scoperta dei segreti più intimi del loro carattere, studia il rancore fra i protagonisti, si compiace quasi, degli atteggiamenti negativi, senza però prendere posizione, senza guardare a fondo.. “e il peggio resta indietro”.

Qui forse troviamo e si esplica tutta la grandezza di Marias che ci fa riflettere sul tema della giustizia, sul perdono, proponendo un dilemma continuo durante tutto il percorso del romanzo:

Siamo talvolta in grado di perdonare fatti terribili e nel contempo portare rancore per fatti di ben minore importanza?

Lo scrittore cattura l’attenzione, coinvolge, interessa, invoglia a prendere posizione o a scegliere in maniera almeno auspicabile.

Sempre più intricante, alla ricerca di verità, fa intravedere abilmente, in maniera spietata, come i suoi personaggi non perdonano e non fanno giustizia.

Le prime 50 pagine stentano a spiccare il volo. La prima parte procede appesantita da continue chiose, riferimenti e digressioni sulla guerra civile e sulla trattazione dell’universo del cinemdel regista Murriel; in questo libro però, fortunatamente, le vicende accelerano i tempi di narrazione facendo si che dopo un preludio stentato, in due giorni, ho concluso il libro, in maniera frenetica e leggendo tutto d’un fiato.

La complessità nei rapporti, le elucubrazioni sono sostituite, da notevoli colpi di scena ineguagliabili e inaspettati che fanno la differenza nel libro; e alla fine, tutto, dolorosamente, si svela, con una storia complessa che consente di gustare le atmosfere e il finale che non poteva essere migliore.

Una parte di rilievo nei romanzi di Marias sono gli episodi di voyeurismo che affollano e sconfinano, alle volte, ma diventano anche un elemento imprescindibile, un ricco puzzle nella struttura dello stesso romanzo.

Ci chiediamo quindi ripensando alla lettura dove vuole arrivare Marias poichè tutti gli attori della vicenda fanno in qualche modo del male agli altri.

Qual’è il posto che occupala la Verità in un finale travolgente e grandioso?

La verità, in realtà, trova posizione assieme ad inganni, all’infelicità ed agli errori che sono più forti della consapevolezza, della sincerità, dell’appagamento dei desideri, poi «La verità è una categoria destinata a rimanere in sospeso finché si vive».

Il grande talento di Marias è stato, almeno, quello di indicarci (rivelarci) quali sono i confini della verità in un disegno perfetto, con suspense, mistero e sensualità e “come inizia il male e come si perpetua”.

GIUSEPPE VELARDI