La musica del caso
La musica del caso di Paul Auster
Jim Nashe e Jack Pozzi incrociano le loro esistenze in un racconto che è un vero e proprio romanzo dove il caso, l’inesorabile fatalità, pervade tutta l’opera di Paul Auster. Una scrittura pulita e chiara, avvincente per quasi tutto il libro, in grado di descrivere stati d’animo, sfumature, caratteri. I protagonisti percorrono questa storia con la disperazione dell’uomo che cerca di non soccombere a eventi “casuali”, a situazioni abnormi ed inquietanti. Una vera battaglia che entrambi condurranno per tenersi in vita, uniti dalla comunanza di intenti che poi diventa fratellanza e solidarietà estrema.
Non riportiamo alcun avvenimento perché non vogliamo mettere in vetrina la trama bene intrecciata, costruita sapientemente in un vortice più fitto, intrigante con qualche lacuna e incertezza. I temi fondamentali sono: Il viaggio catartico per trovare una propria dimensione. Il rischio come mezzo per ottenere risultati. La ferocia dell’uomo e i limiti infiniti che possa raggiungere. Il paradosso delle reazioni imprevedibili dei protagonisti. Pur se molti considerano quest’opera di Auster, non la migliore, ci chiediamo come saranno considerate le altre. Questa ci sembra quasi perfetta, pur nella brevità della stesura con un finale non all’altezza di tutto il costrutto. Colpi di scena continui e ripetuti si alternano incessantemente, tenendoci sulla corda come nei thriller più spietati. In fondo, in una visione senza esagerare, può essere considerato un thriller psicologico metafisico, ma non solo. Una perla unica da leggere assolutamente, così come per gli altri libri di Auster.
Giuseppe Velardi